Tra le strette e non-così-strette vie che si intersecano nell’ elegante regolarità della griglia del Quadrilatero Milanese di fama mondiale -la roccaforte en plein air del lusso italiano, del vestir bene e del savoir vivre, il cui perimetro è in verità assai limitato, ma il cui appeal è immensamente dilagante in tutto il mondo- via Gesù è un unicum.
Questa segretissima piccola via –essendo “strada” un’etichetta troppo prosaica per una tale prodezza di poesia architettonica e di armonia estrema– è una successione lineare di grandi edifici che nascondono meravigliosi giardini –alcuni tanto grandi che una volta ospitavano animali e persino stalle, causando scalpore e scontrosi ma cortesi bisticci nel vicinato–
di edifici Anni Cinquanta e Sessanta e una linea continua di vetrine signorili che ancora conservano, in giorni come questi di massiccia globalizzazione, un indiscutibile sapore locale.
La ragione di tale unicità è semplice: a parte le sue laboriose attività, via Gesù è ancora una zona residenziale, il che significa che lusso e vita reale si intersecano e interagiscono in modo naturale. Non succede da nessun’altra parte, sapete. Inoltre, via Gesù ospita il più discreto e lussuoso hotel di Milano –il Four Seasons Hotel– così come l’inebriante bellezza del Museo Bagatti Valsecchi, singolare residenza trasformata in un accogliente museo, oltre agli indirizzi più ambiti della città per pochi fortunati.
Via Gesù è un misto tra familiarità e agiatezza, tra privacy e affari. Invita i suoi abitanti, i passanti e coloro che hanno vissuto qui tutta la loro vita –ce ne sono molti, le loro storie e i loro aneddoti creano una favola che è una calamita di fascino di per sè, la loro eleganza un testamento di cosa significa essere un individuo di importanza– ad approfondire le due attività che sono parte integrante dell’etichetta di un gentiluomo e di una gentildonna degni di tale filosofico nome: otium e negotium.
Il che, in altre parole, significa che via Gesù è allo stesso tempo un rifugio lussuoso e una zona commerciale affollata. Però, riesce a nascondere tutto, anche il caos
e il trambusto, dietro un’aura pervasiva di soffusa calma. Per la verità, una qualità tipicamente milanese.
In via Gesù, prenderti il tuo tempo per chiacchierare con
gente del posto, spettegolare con il concierge del Four Seasons e scoprire le ultime notizie attraverso un incontro casuale con i tuoi discreti vicini non è solo possibile, ma tassativo, se il termine non suggerisse qualcosa di costretto. Perché, si sa, “costretto” è l’unico aggettivo che su via Gesù è bandito. Per il resto, tutto può succedere, da inciampare in una pop-star a scambiare idee con un artigiano per avere un abito su misura fatto per te.
Dove altro a Milano –e non solo Milano– potresti trovare la dimora di una delle dinastie imperiali italiane della moda –proprio così eccessive e tragiche– un palazzo che un tempo apparteneva a un’altra dinastia, di editori, seduto accanto a un convento trasformato in albergo? In quale altro luogo avresti la prima casa della città dotata di forniture elettriche e doccia con l’acqua calda appollaiata sopra ad un accogliente ristorante che è un labirinto di stanze e cortili concatenati l’uno all’altro? Per non parlare, naturalmente, dei negozi vecchi e nuovi, tutti con i loro piccoli segreti.
Straordinariamente, in un mondo che, più o meno in maniera deliberata, è incline a dimenticare qualunque cosa il più in fretta possibile, via Gesù conserva le testimonianze della sua stessa storia: attraverso l’oralità, in via non ufficiale, ma ancora efficacemente. É una via con dei ricordi, infatti: un luogo dove ogni nuovo ampliamento, ogni cambiamento di proprietario a un dato indirizzo, è solo un altro livello di un ricco romanzo in divenire, non l’improvvisa cancellazione della pagina precedente. Qui custodi e residenti ricordano perfettamente chi ha vissuto dove e quando, cosa ha fatto e con chi è andato d’accordo oppure no. Via Gesù è una piccola comunità, fondata sulla fiducia reciproca, sulle buone maniere e il massimo rispetto per la via stessa.
Sono stati gli sforzi congiunti della “Fondazione Via Gesù” –l’associazione dei residenti della via– per esempio, che hanno assicurato che la via non si trasformasse in un parcheggio: al loro posto hanno messo dei graticci per i fiori. Lo stesso Napoleone prese provvedimenti a protezione di tanta bellezza, e la lezione è rimasta.
Via Gesù ha un’anima. Oggi è una sorta di villaggio perchè lo è da sempre, fin da quando questa zona era al di fuori delle mura romane di Milano e la moda era ancora molto di là da venire. Successivamente, ha ospitato attività commerciali e dato casa ad alcuni dei più eleganti gentiluomini in città. Il fatto che via Gesù si trasformi ora in una strada signorile è solo la chiusura del cerchio e l’apertura di un nuovo capitolo, prosecuzione di ciò che è stato scritto prima.
Perciò, fatevi una passeggiata, guardatevi intorno e godetevela.
Benvenuti a la via dell’uomo.
Angelo Flaccavento